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Per Gender Pay Gap, o divario salariale di genere, si intende la differenza media di retribuzione tra uomo e donna. Ebbene si, ancora oggi le donne a parità di ruolo, livello ed istruzione sono retribuite meno degli uomini.
Qualcuno direbbe che questo è un mondo di uomini che parla agli uomini, ed in parte è vero.

Nel caso specifico dell’Italia è certificato: dati Instat mostrano come una donna guadagni circa 1,80 euro l’ora in meno rispetto ad un uomo, valore che diventa di circa 3.000 euro in un anno.

Da cosa dipende?

Tale divario è dovuto ancora a numerosi fattori socio-economici, in primis al fatto che molto figure professionali (soprattutto nell’ambito dirigenziale e manageriale) sono ancora quasi esclusivamente gli uomini ad accedervi. Ciò significa che alcuni ambiti del lavoro parlano ancora prettamente al maschile, tra questi: il mercato finanziario, quello tecnico-scientifico, il mondo dello sport. In questi settori, a parità di istruzione, competenze ed inquadramento, un uomo riesce a guadagnare più di una donna, con divario che raggiunge anche cifre di circa 10.000 euro annui.

Un’altra grande difficoltà si ripropone anche nella possibilità di avanzamento di carriera. Questo molto spesso perché e donne vengono messe in condizioni di scelta tra la maternità ed una promozione sul posto di lavoro, non avendo agevolazioni o strutture che le permettano di conciliare perfettamente le due cose.
Il tasso di abbandono del lavoro femminile post gravidanza è infatti pari al 30%. Quasi una donna su 4 in Italia lascia il proprio lavoro per motivi familiari. Questo trend negativo si trascina tra l’altro anche post lavoro: anche nel caso di reddito pensionistico infatti la retribuzione femminile è bel più bassa di quella maschile.

Il ruolo delle donne

Tale dati si sostanziano sul fatto che nella concezione generale, le donne siano le seconde portatrici di stipendio in casa, ma non è così. A partire dal 2007 infatti, anno di esplosione della crisi economica moderna, con i numerosi tagli al lavoro le donne lavoratrici sono diventate emblema del fenomeno “Breadwinners”, letteralmente “Donne che portano a casa la pagnotta”. Il loro compenso ha rappresentato l’unica entrata in famiglia e nonostante ciò i loro stipendi erano, e sono, ancora al di sotto della media di quelli maschili.

In quest’ottica c’è però da dire che l’Italia si presenta come un paese virtuoso: Il Gender Pay Gap in Italia è fermo ad un 6,1%, di contro a tassi ben più alti di altri paesi europei come ad esempio: Germania 22,3%, Francia 15, 5% e Spagna 14,9%.

Come migliorare?

Quali sono dunque i punti salienti da cui partire affinché si possa ridurre tale gap? Innanzitutto introdurre regolamentazioni, strutture ed assistenza per tutte le donne che lavorano, permettendo loro sia di continuare il lavoro post maternità sia di fare avanzamenti di carriera.

Altro punto: se il livello lavorativo, il titolo di studio ed il grado di responsabilità sono le stesse tra uomo e donna non sussiste alcuna ragione per cui la retribuzione debba essere differente.

Donne e lavoro sono e saranno sempre un connubio vincente, non bisogna quindi perdere l’opportunità per gratificarle al meglio.

 

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