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I casi di mobbing nelle diverse realtà lavorative sono purtroppo all’ordine del giorno. Le vittime sono sia uomini che donne, ma è in quest’ultimo caso che la gravità si accentua. Perché? Tutto dipende dagli stereotipi che da sempre condizionano la vita della donna che vuole affermarsi professionalmente.

Ecco cosa succede nei casi di mobbing e come affrontare le situazioni che possono causare stress emotivo, destabilizzando le certezze di ciascuna.

Cos’è il mobbing?

Per definizione, mobbing è un termine inglese che vuol dire “molestare”. Le molestie a cui si fa riferimento, però, non sono quelle fisiche quando si parla di un ambiente di lavoro. Si tratta piuttosto di una serie di atteggiamenti più o meno evidenti che vogliono creare pressioni psicologiche alla vittima designata, indebolendo le sue sicurezze e mettendone in ridicolo il lavoro svolto.

Per gli uomini il mobbing può essere dovuto ad un ruolo scomodo di cui si è gelosi, all’ambizione o alla voglia di distruggere a livello professionale un rivale perché antipatico. La logica non è sempre lineare e spesso è l’omertà dei colleghi a peggiorare la situazione.

Ma per le donne tutto diventa anche più complesso. Infatti, sono le differenze di genere che aumentano i disagi e le casistiche legate al mobbing, rendendo la sede di lavoro un vero calvario difficile da affrontare giorno dopo giorno.

La maternità è un ulteriore incentivo che spinge a prendersela con “chi dovrebbe stare a casa a fare la casalinga e la mamma invece di rubare il lavoro ad altre persone”.

Perché si manifesta il mobbing

La donna che fa carriera non sempre è ben vista. La parità dei sessi è un traguardo ormai ben consolidato, ma nella mente di molte persone non è ancora un concetto radicato. E così non è difficile vedere sguardi scettici verso l’operato di una donna o sentire critiche per le sue idee o proposte lavorative.

Diamo un’occhiata ad alcuni possibili scenari che coinvolgono la donna in prima persona in situazioni di grande disagio emotivo e fisico:

  • Mobbing dal datore di lavoro. Anche se in questo caso si preferisce parlare di bossing, non è raro assistere ad episodi spiacevoli che coinvolgono il datore di lavoro e le sue dipendenti e collegarli al mobbing. Le agevolazioni che le donne hanno per la maternità non sempre sono ben viste da chi è alla guida dell’azienda, che esercita quindi un’azione aggressiva e critica verso l’operato della vittima. Un modo per spingerla al licenziamento? Molto probabile…

 

  • Mobbing dai colleghi uomini. Gli stereotipi causano cattive relazioni soprattutto coi colleghi dell’altro sesso. Per loro non è facile essere scalzati da una donna, che magari ha più successo e fa carriera in modo più veloce. Che fare dunque? Il mobbing è la soluzione più facile: si sminuisce il suo lavoro, si ostacola nel percorso e spesso si mettono anche in giro voci false per rovinarle la reputazione.

 

  • Mobbing da altre donne. La competizione è un’arma a doppio taglio e, quando diventa una guerra per chi deve emergere e fare successo, si possono anche verificare casi di mobbing. In gruppo le donne o fanno squadra per raggiungere risultati comuni oppure possono creare grossi danni. Se decidono di mandare via una rivale faranno di tutto per farle mancare la fiducia nelle proprie capacità e spingerla a mollare. Le loro armi? L’emarginazione, la coalizione e le vessazioni continue.

 

I rischi del mobbing nelle donne

Trascorrere ore a lavorare causa già un forte stress. Se poi l’ambiente non è sano diventa davvero insopportabile affrontare una giornata lavorativa senza conseguenze sul piano psichico e spesso anche fisico.

Il mobbing ha i suoi effetti negativi sulla salute della vittima. In primo luogo ne risentono i processi emotivi, che fanno fatica a nascondere la paura, la delusione e voglia di scappare via.

Ansia, depressione, fobie si insinuano nella vostra vita senza che ve ne rendiate nemmeno conto e vi impediscono di combattere per far fronte ad un’ingiustizia che vi vede protagoniste.

E poi ci sono le ripercussioni fisiche: nausea, cefalea, vomito, tremori e nei casi più gravi anche l’ulcera!

Le più insicure saranno le prime a cedere e darla vinta ai rivali, le altre avranno ancora una chance ma non devono mai farsi condizionare da quel senso di inferiorità di cui vogliono convincerle per mezzo del mobbing.

Cosa fare per affrontare casi di mobbing

Siete vittime del mobbing? Il primo consiglio per combattere a testa alta è quello di non stare mai zitte. Sopportare in silenzio non porta a nulla di buono, se non a far aumentare i disagi e le situazioni spiacevoli.

Se sono i colleghi a dare fastidio in modo continuativo, magari anche sabotando il vostro lavoro, è necessario parlare subito con il capo.

Se, invece, è proprio il boss a farvi sentire “mobbizzate” allora bisogna agire per vie legali. Sfortunatamente, nonostante il fenomeno sia in continuo aumento, non esistono leggi precise che tutelano contro il mobbing.

La legislatura però può venirvi in aiuto in altri modi, denunciando una riduzione delle mansioni non giustificata, un disagio fisico legato allo stress lavorativo o problemi riguardanti la sicurezza nel lavoro.

L’informazione è fondamentale: rivolgersi subito ad enti specializzati che possono fornire assistenza psicologica e legale, per non lasciare che stereotipi e cattiveria vi impediscano di vivere la vostra vita come meritate. Fare carriera è anche un diritto delle donne e nessuno può o deve privarvi di raggiungere gli obiettivi prefissati.

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