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Inclusione e diversità sono i valori che oggi ogni azienda deve valorizzare per stare al passo con i tempi e tendere ad uno standard qualitativo eccellente.

Ma in cosa consistono esattamente? E come riescono a convivere per garantire benefici alle realtà lavorative che li applicano? Facciamo un passo indietro e spieghiamo cosa si intende per inclusione e cosa per diversità, per poi capire come possono migliorare lo status di un’azienda e la qualità di vita del lavoratore.

La diversità come valore aggiunto in ogni settore

Da sempre la parola “diversità” ha il potere di creare discriminazioni e pregiudizi. È ora di sfatare questo mito ormai obsoleto e vedere i vantaggi che l’essere diversi può comportare, nella vita come nel lavoro.

Le diversità che si possono incontrare riguardano aspetti variegati:

  • Genere
  • Etnia
  • Religione
  • Cultura e studi
  • Generazione
  • Abilità psico-fisiche
  • Orientamento sessuale.

Chi dice che diverso è uguale a sbagliato?

Qualcuno disse una volta “il mondo è bello perché è vario!”. Questo mantra calza a pennello anche nel mondo del lavoro. 

Immaginate un team dove tutti sanno fare le stesse cose, pensano allo stesso modo e agiscono all’unisono. Parliamo di macchine o robot?

In un gruppo ben affiatato non serve essere uguali perché è proprio la diversità che lo rende speciale, creativo e soprattutto unico e in grado di arrivare a risultati davvero sorprendenti.

Per questo le diversità non devono essere considerate un limite ma un’opportunità. Ed è questo il motivo che oggi spinge le aziende a considerarle come valore aggiunto. Un modo per farlo è sensibilizzare verso queste realtà con azioni concrete e con benefit ad hoc riservati proprio a promuovere le diversità. 

Inclusione: cos’è e cosa prevede sul lavoro

Non esiste l’inclusione senza la diversità. I due concetti sono due facce della stessa medaglia e l’uno dà valore all’altra. Perché se un tempo le differenze generavano esclusione, oggi al contrario impongono l’inclusione.

In che modo? Semplice: basta creare delle dinamiche che permettono a ciascuno di essere considerato unico e irripetibile, proprio in virtù delle sue diversità. E così le aziende organizzano il team in modo variegato, per consentire di avere una pluralità di soggetti, tutti diversi, ma ognuno indispensabile per il raggiungimento dell’obiettivo comune.

Noi donne siamo quelle più coinvolte in questo delicato argomento. Le differenze di genere hanno spesso impedito ad una donna di fare carriera o assumere il ruolo di leadership, proprio perché donna e spesso anche mamma, altro limite obsoleto.

Fortunatamente si è fatta tanta strada da allora e questi cliché sono ormai parte del passato. Ecco perché in una realtà lavorativa è sempre opportuno attivare progetti di inclusione ed evitare situazioni di difficoltà e disagio nella squadra operativa.

Qualche esempio? Dare la possibilità di gestire l’orario in modo flessibile oppure attivare lo smart working in talune situazioni che rendono impossibile la presenza fisica in ufficio.

Si tratta di piccole attenzioni che però hanno un enorme peso nella buona riuscita di un gruppo lavorativo che mira a grandi risultati.

Perché investire su inclusione e diversità

Dunque, perché le aziende dovrebbero investire su inclusione e diversità?

Le motivazioni sono tante e portano un vantaggio e un miglioramento non solo all’azienda in questione ma anche al lavoratore che rientra nel progetto di inclusione.

Ecco alcuni benefici per le aziende:

  • Diversità e inclusione insieme diventano un duo invincibile: creano diversificazioni di ruoli, pensieri e azioni e si trasformano in un punto di forza da sfruttare contro i competitor.
  • Si può puntare ad obiettivi più alti, avvalendosi di un team ricco di skills e background tutti differenti.
  • Si possono sfruttare le esperienze di ciascuno per affinare le strategie aziendali.

D’altro canto, i vantaggi sono evidenti anche dalla parte del lavoratore:

  • Si sente valorizzato e apprezzato (non giudicato!) e dà il massimo per ripagare questa fiducia e dimostrare che è ben riposta.
  • Si crea spirito di squadra e unione tra colleghi. Sappiamo bene quanto il team building sia proficuo per un’azienda in crescita.
  • Un lavoratore sereno è anche un lavoratore redditizio. L’inclusione lavorativa migliora non solo la qualità del proprio lavoro ma anche quella della vita quotidiana e le relazioni sociali.

Inclusione + diversità. Come nasce l’engagement

Dall’unione di diversità e inclusione nasce l’engagement.

Il termine, che possiamo intendere come impegno, diventa l’obiettivo di un’azienda che vuole distinguersi ed emergere.

Deve infatti creare questo legame impegnandosi a coinvolgere tutti i dipendenti e creare un ambiente dinamico, innovativo e variegato che abbatte ogni sorta di pregiudizio e gratifica ciascuno, senza differenze.   

Ascolta le esigenze di tutti, promuove progetti di inclusione, comunica quel senso di appartenenza ad un gruppo coeso che fa delle diversità un punto di forza.

Ma è davvero così? Possiamo dire che ogni azienda ha fatto propri questi due concetti anche nella realtà? Ebbene c’è ancora tanta strada da fare perché i pregiudizi ostacolano spesso i progressi nel mondo del lavoro, ma il sentiero è già stato tracciato e fa ben sperare in un cambiamento significativo già visibile in molti settori.

Inclusione e diversità sul lavoro

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